Ho da un po' cominciato a pensare alle implicazioni tecniche, etiche e commerciali dell'utilizzo sfrenato e senza limiti di tutti i servizi online gratuiti, delle chat, dei social, del cloud (o nuvola, come la chiamano in qualche pubblicità). Io ho un background di tipo informatico e bene o male mi sono fatto un idea di come i miei dati e le mie informazioni vengono memorizzati, elaborati, trasmessi e rivenduti. Ma la classica casalinga di Voghera?
Qualche giorno fa discutendo su USENET mi sono imbattuto in questa frase riferita ai SAAS (Software As A Service), i servizi online:
If you are not paying for it, you're not the customer; you're the product being sold
Immagino vi sia già successo di essere contattati telefonicamente da un call center che vuole vendervi qualcosa, e che vi conosce per nome: "Buongiorno, sono Anna da Televisione Privata, parlo con il signor Gabriele?". Sapete perchè vi chiedono conferma del vostro nome? Perchè hanno comprato un database di contatti da qualche altra società, e mentre vi vendono il prodotto di turno aggiornano anche la loro base dati aziendale, verificando l'attendibilità di quella acquistata. Prima di riagganciare, provate a chiedergli ai sensi del D.lgs 196/2003 di comunicarvi l'origine dei vostri dati personali, fatevi dire dove hanno preso il vostro numero. Ne avete il diritto, e la compravendita di queste informazioni è illegale, a meno che ne abbiate dato espresso consenso. La risposta che riceverete sarà vaga, e vi diranno che avete cliccato qualche fantomatico checkbox di autorizzazione da qualche parte. Ricordate però che la legge parla chiaro, avete diritto a conoscere l'origine dei dati personali oltre a tutta un altra serie di informazioni (maggiori dettagli all'art. 7 del D.lgs 196/2003).
Mi sono messo in testa di uscire dai radar, ma non è un lavoro semplice. Quando social e affini sono entrati nelle nostre vite lo hanno fatto in modo subdolo, rendendoci schiavi. Ci hanno fornito servizi gratuiti che ora reputiamo indispensabili, ma in cambio ci hanno trasformato in merce. Studiano le nostre abitudini, incrociano i dati, fanno previsioni sempre più accurate e ci poropongono le loro pubblicità cucite su misura per noi. Oggi è solo pubblicità, ma domani?
Mi ha fatto riflettere l'acquisto di Whatsapp da parte di Facebook, e le recenti dichiarazioni di Whatsapp stessa, seguite all'annullamento del costo del servizio, del fatto che non verranno introdotti banner pubblicitari. Sul blog ufficiale a proposito della loro strategia di monetizzazione hanno dichiarato: "A partire da quest'anno, testeremo strumenti che consentono di utilizzare WhatsApp per comunicare con imprese e organizzazioni da cui vorrete ricevere notizie." Ma cos'hanno le email che non va? Perchè i big di Internet vogliono spostare il flusso di comunicazione dai normali canali (telefono, SMS, email) verso questi nuovi sistemi di comunicazione centralizzati?
Un altro aspetto che mi ha dato da pensare è la dipendenza da social network. Vi è mai capitato di essere in compagnia di amici che tutto ad un tratto, nel bel mezzo di una chiacchierata, abbassano gli occhi per leggere il messaggio arrivato sulla chat di turno? O che danno un occhiata al loro profilo di facebook come se fossero soli nella stanza, disinteressandosi completamente dei commensali? Ci sono poi quelli che postano e tweettano la loro vita intera, chi fa politica, chi si ama immensamente, chi ce l'ha con i vegani, chi fotografa e posta tutto quello che vede. Compresi i prori figli! Ma siamo sicuri che i nostri bambini saranno felici di aver avuto tutta la loro infanzia pubblicata online, a partire dal pancione fino a quando saranno in grado di continuare da soli a pubblicare informazioni sulla propria pagina personale, staccandosi dalla timeline dei genitori come si sono staccati dal cordone ombelicale in sala parto? Se tuo figlio sta facendo la recita di fine anno non sarebbe più saggio guardarla dal vivo, piuttosto che guardarla attraverso il tuo smartphone per poi pubblicarla al mondo intero? A chi credi che interessi la rivisitazione della favola di cappuccetto rosso fatta dalla classe di tuo figlio se non ai genitori, che hanno l'onore e la forutna di potersela gustare dal vivo?
A proposito dei figli si potrebbe aprire una discussione più ampia, ma la voglio riassumere con una domanda provocatoria: ti darebbe fastidio sapere che un pedofilo si masturba guardando le foto di tuo figlio? Ogni volta che posti una sua foto su qualsiasi canale web, comprese le chat come Whatsapp, prova a domandarti se è proprio necessario. Perchè magari quella foto finirà nei canali sbagliati, e voi per far ridere la nonna con la foto del nipotino che corre in spiaggia con il pisello all'aria alimentate un network di pedofili che si scambiano le vostre foto ed i vostri video. Vi ho evidenziato uno scenario improbabile, ma non impossibile. Allora prima di postare chiedetevi: è proprio necessario?
A corollario di questo mio ragionamento vi posto un paio di link a proposito di note falle di sicurezza del sistema di messaggistica più usato, che ho trovato con 5 minuti di ricerche online: data un occhiata qui e qui, se poi avete tempo e voglia approfondire su internet è abbastanza semplice.
Tornando alla mia exit strategy, dopo essermi cimentato in una serie di lavori alla rinfusa ho deciso di tirare i remi in barca e procedere con ordine, seguendo un piano ben preciso. Come prima cosa devo individuare quali sono i social, le app ed i servizi cloud che uso quotidianamente, in modo tale da poter trovare delle alternative. Perchè si, spesso per risultare indispensabili queste app ti danno dei servizi davvero utili, dai quali sembra impossibile separarsi. Ma pensateci un attimo: 10 anni fa vivevamo benissimo senza Whatsapp, Facebook, Twitter e come posta usavamo quella di Libero o Tiscali, che facevano schifo, ma almeno non ci profilavano come delle cavie da laboratorio.
All'inizio il pensiero di liberarmi del mio account di Facebook mi ha causato un po di ansia, quasi ci fossi affezionato. Poi quell'ansia ha fatto si che mi decidessi veramente ad abbandonare questo modo di vivere, proprio perchè non voglio e non posso essere in apprensione per una cosa del genere. Ed è per questo che inizio il mio cammino di epurazione dai servizi online, vogliano scusarmi i mei FBamici® e follower, ma a processo ultimato potranno solo più contattarmi via telefono, sms o email. O magari possono mandarmi un piccione viaggiatore, ma potrebbe trovare difficoltà a causa dei miei 5 gatti.
Chiudo con una barzelletta che fa sorridere anche i vegani, ma che calza a pennello con gli argomenti trattati, soprattutto con la citazione d'apertura:
Ci sono una gallina, una mucca e un maiale. Il pollo dice "Mi piace vivere con gli umani! Peccato solo che mi rubano le uova". La mucca dice "mi piace vivere con gli umani, anche se mi rubano ogni giorno il latte". Il maiale li guarda entrambi, ride, e dice: "Ah Ah, vi compatisco! Io sono fortunato: mi accudiscono gratuitamente!".
Immagine di copertina presa in prestito dal blog di (http://www.marcofagotti.com/lera-dei-social-network-puoi-starci-dentro/), credits in accordo con la licenza Creative Commons Attribution – ShareAlike 3.0
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